La “Madre di Gesù” è un’insegnante di Scienze motorie

Luciana Ferraris, è la veterana tra le tre attrici che interpretano Maria nella “Passione” di Sordevolo. L’abbiamo intervistata e ci ha detto che…

«È una parte che non si recita ma si deve vivere». È questa la premessa con la quale Luciana Ferraris interpreta il ruolo di Maria, nella “Passione”, lo spettacolo di teatro popolare che va in scena a Sordevolo, ridente comune montano a una manciata di chilometri da Biella, dal 18 Giugno al 25 Settembre.

Insegnante di Scienze Motorie presso l’Istituto Gae Aulenti di Biella, mamma di due figli, Daniela e Francesco, Luciana Ferraris, 63 anni, da diverse edizioni indossa i panni della “Madre di Gesù”, che è il titolo più alto che si possa attribuire ad una creatura.

Come spiega la teologia cattolica «dall’istante del consenso di Maria, si realizza il mistero dell’Incarnazione. Il Figlio di Dio entra nel nostro mondo ed incomincia a vivere da uomo, pur rimanendo pienamente Dio. Da quel momento, Maria diviene appunto la “Madre di Dio”».

Luciana inizia a recitare nella “Passione” nel 1980, prima come comparsa, poi come membro del balletto nella tragica danza di Salomè e successivamente come attrice recitante nelle vesti di Maria di Cleofe, una delle donne ai piedi della croce.

Nel 2005 arriva il ruolo principale della Madonna. Un personaggio che sentiva di voler interpretare da lungo tempo, al quale teneva molto.

«Anche se siamo dilettanti, per esprimere e trasmettere qualcosa al pubblico che ci segue, dobbiamo sforzarci di interpretare i nostri ruoli come se fossimo degli attori professionisti, curando dizione, pause, respirazione e gestualità», dichiara Luciana. «Essere mamma e nonna mi ha aiutato ad interpretare il ruolo di Maria, anche se non ho mai conosciuto, grazie al Signore, il dolore della perdita di un figlio. Avere vissuto la maternità mi ha aiutato ad affrontare e interpretare al meglio il ruolo di Maria».

Luciana è cattolica praticante, crede profondamente in determinati principi e calandosi nei panni di Maria s’è persuasa intimamente che, per vivere e soffrire come la Chiesa ha documentato, la Madonna sia stata dotata di una forza soprannaturale. Molte madri hanno patito lo strazio della perdita di un figlio, ma la modalità cruenta riservata al suo, per di più innocente, come spiegano i Vangeli, è stata ineguagliabile.

«Mio marito, Celestino Fogliano, che anche della presente edizione 2022 cura la regia, ha chiesto a me e alle altre mie due colleghe che interpretiamo Maria, un ulteriore sforzo interpretativo. In pratica non dobbiamo versare lacrime sotto la croce, ma dare sfogo al dolore attraverso la mimica facciale. Assicuro che non è facile contenere il tumulto dell’emozione quando partecipiamo alla realistica scena dell’innalzamento delle tre croci, con il rumore del martello che colpisce i chiodi della crocifissione. Anche il pubblico ammutolisce e trasferisce una tensione che contagia anche noi attori presenti sul Calvario».

Qual è, chiediamo a Luciana, la scena più coinvolgente, quella in cui più avverte il “peso” del suo ruolo?

«Il momento più intenso e significativo è quello sotto la croce», risponde senza esitare, «quando Gesù dice a Maria, indicando Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio!» e a Giovanni: “Ecco tua madre!”. Quel discepolo rappresenta tutti noi; il Signore ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza della Madre, perché possiamo sentire il suo sostegno nell’affrontare e vincere le difficoltà nella nostra vita. Un secondo momento, altrettanto coinvolgente, è quello della “pietà”, quando Maria si trova tra le braccia il figlio morto. Lì, devi recitare, ma hai solo voglia di piangere. Occorre fare molta forza su se stessi».

La Madonna è un ruolo impegnativo da interpretare. Da venti secoli la Madre di Dio parla a credenti e non. Illustri personalità della storia si sono confrontate sulla sua figura.

Non c’è poeta, scrittore, regista, musicista, scienziato, teologo, artista di rilevante notorietà che non abbia sentito l’esigenza di riflettere sulla sua vicenda e presenza nella storia dell’umanità.

Anche questo è un aspetto che “pesa” sulla responsabilità di Maria, come degli altri attori microfonati della “Passione di Sordevolo” (alle 350 comparse non occorrono ausili acustici per far sentire la loro voce).

Non a caso, fin dal 2019, prima e durante la pandemia, i principali attori hanno dedicato centinaia di ore di prove per elevare il livello della loro recitazione.

(a destra Luciana Ferraris – “Maria” nella Passione di Sordevolo)

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